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07/05/2020

San Lorenzo meets St.Pauli (Parte II)

L'ottava puntata di "Veniam da San Lorenzo per scrivere la storia”, la nuova rubrica di storia sull'Atletico e dintorni. In questo episodio raccontiamo la seconda parte di San Lorenzo meets St.Pauli con il primo quadrangolare del calcio popolare.

 

(vai alla prima puntata per cominciare la lettura dall'inizio)

 

San Lorenzo meets St.Pauli. (Parte II)

di Andrea Greco e Luigi Muoio

 

La tre giorni di San Lorenzo meets St.Pauli volge ormai al termine ed è già stata un successo sotto ogni punto di vista. Incontri, dibattiti, parole e musica, nuove conoscenze, tanta aggregazione, condivisione di ideali e soprattutto fiumi di birra (qui il racconto della prima parte). Ma manca ancora la giornata finale che inizia con quello che per molti è l’appuntamento clou di tutta la manifestazione. Nella mattinata di domenica, infatti, è previsto il primo quadrangolare del calcio popolare che vedrà in campo l’Atletico San Lorenzo, l’Ardita San Paolo, i tedeschi del FC St.Pauli Herren 7 e l’Asinitas Football Club.

L’appuntamento è cruciale per noi atletici per almeno due motivi. Il primo è che per la prima volta si disputeranno delle partite che non sono di allenamento al campo dei Cavalieri di Colombo nel cuore di San Lorenzo. Siamo infatti riusciti a strappare da parte della fondazione la possibilità di giocare il quadrangolare su quel campo che ci è negato per le partite ufficiali, ed il fatto di poter giocare, e soprattutto di poter tifare, nel cuore del nostro quartiere ci fomenta non poco. Il secondo motivo è che, anche qui per la prima volta e anche qui sia in campo che sugli spalti, sfideremo i “cugini” dell’Ardita San Paolo in quello che già da qualche settimana viene definito il “derby del calcio popolare“ della capitale, e che si porta dietro un’attesa degna quasi del derby capitolino per eccellenza tra Roma e Lazio. Da quando è uscito il programma, infatti, non si parla d’altro che di questa partita, anche perché in campionato le due squadre sono state inserite in gironi diversi e, malgrado l’amicizia e la condivisione di ideali e progetti, comunque una certa rivalità si è creata.

Può esistere il calcio senza un derby? E il calcio popolare romano può fare eccezione? Certo che no. Ormai da un anno a questa parte ne ha uno ma le due squadre non si sono mai incontrate sul campo. A dire il vero il modello dell'Ardita San Paolo era stato anche di ispirazione per l'Atletico San Lorenzo. Alcuni dei fondatori spesso andavano a vedere le partite al campo sotto al Cinodromo e nella fase di creazione del progetto sanlorenzino, così come anche dopo, svariati furono i contatti e le richieste di dritte a chi già da qualche anno si muoveva tra azionariato, tesseramenti e associazionismo dal basso. Ci sono anche molte amicizie personali tra i componenti delle due tifoserie e sicuramente oggi bisogna rendere omaggio a quella che è un’importante realtà de calcio popolare, l’apripista di questo modello nella città di Roma. Ma è anche vero che giochiamo contro, è un derby, e il derby tocca vincerlo!

Il clima a San Lorenzo è rovente già da qualche settimana. I giorni precedenti, poi, sono stati molto vivi e intensi. Il quartiere lo abbiamo vissuto giorno e notte insieme ai tedeschi del St.Pauli e alle altre squadre di calcio popolare venute da tutta Italia per il primo incontro della nascente rete che si è tenuto il sabato pomeriggio. Molti di loro, pur provenendo da varie parti dello Stivale, sono rimasti un giorno in più proprio per non perdersi lo spettacolo in campo e sugli spalti. E adesso l’ora del quadrangolare è arrivata. E la prima partita in programma è proprio lo "storico" primo derby tra Atletico e Ardita: inutile nasconderlo, la tensione è molto alta! La formula del torneo è stata decisa insieme ai cugini di San Paolo, in modo che le nostre due squadre si potessero incontrare nella prima semifinale, e quindi poter giocare la finale con una romana sicuramente rappresentata in campo. La vincente dell’altra gara, poi, pensiamo che sia quasi sicuramente il St.Pauli Herren 7, quindi chi vince il derby avrà con tutta probabilità il gran prestigio di giocarsi la finale del primo quadrangolare del calcio popolare contro un nome storico del calcio e del tifo antagonista. 

Giochiamo in casa, nel cuore del quartiere, al Campo Benedetto XV, che da sempre vorremmo come nostro unico campo. Giochiamo contro l'altra squadra di calcio popolare della capitale, la quale si presenterà sicuramente con tanti tifosi al seguito e con l’obiettivo di espugnare San Lorenzo. La sfida sarà sia in campo che sugli spalti, e chi ha giocato a calcio, oppure tifa per una squadra di calcio, sa bene che quando arriva l’attesa spasmodica di un derby difficilmente si riesce a pensare ad altro.

La domenica mattina siamo tutti pronti di buon’ora, nonostante la stanchezza dei giorni passati che sono culminati nella grande festa della sera prima in Piazza Immacolata. Anche il caldo si fa sentire e sembra che l’aria diventi quasi rarefatta. Quella strana sensazione che solo chi ha provato attese di questo genere può comprendere. “Se mai qualcuno capirà sarà senz’altro un altro come me”, come noi, parafrasando il buon Rino Gaetano. I calciatori arrivano al campo e dopo aver scambiato due chiacchiere con amici e tifosi iniziano a scaldarsi sotto il sole cocente. Il gruppetto che si dedica al tifo inizia ad appendere gli stendardi, conta i fumogeni e le torce e ne organizza la distribuzione per l’ingresso in campo. Si sistemano le tre lunghe aste di plastica per sorreggere lo striscione preparato per la coreografia. Ogni tanto qualcuno si ferma, alza la testa e sogna quel campo di quartiere tutto “terra e brecciolino” pieno di tifosi. Sogna la gente affacciata dalle finestre e dai balconi con i vessilli rossoblù. Sogna di poter giocare le partite di campionato in quello che sarebbe un fortino inespugnabile invece di dover peregrinare per gli impianti dei quartieri vicini. Sogna un solo grido, quel “Oh San Lorenzo” ripreso dal celebre coro del San Lorenzo de Almagro che dalla tribuna invade il campo di gioco e poi le strade e le piazze del quartiere. E perché non sognarlo, in fin dei conti siamo solo alla fine del primo splendido anno di Atletico San Lorenzo e siamo carichissimi.

La tribuna di sinistra, che abbiamo scelto come casa del nostro tifo, si riempie poco a poco, accorrono i nostri tifosi e le nostre tifose, gente del quartiere e non solo, ma siamo ancora in numero ridotto. Arrivano anche gli amici del St.Pauli con i quali abbiamo condiviso le sbornie dei giorni precedenti, mentre “i cechi” non si smentiscono e si presentano al campo con una cassa di birra calda, malgrado siano le 11 di mattina e c’è una canicola della madonna. All’improvviso cominciamo a sentire come dei cori in lontananza, stanno arrivando quelli dell’Ardita“Ma che cazzo fanno? Stanno facendo un corteo nel nostro quartiere". Le facce sono un po’ interdette. Per alcuni di noi non c'è nulla di male, alla fine siamo amici, non sembra un affronto. Per altri invece, avvezzi un po’ di più alle dinamiche ultras, lo è e come. Pensiamo che avremmo potuto fare un corteo tutti insieme, magari anche con i ragazzi delle altre squadre venuti da ogni parte di Italia e di Europa, e celebrare insieme questa bella tre giorni di sport popolare. Oppure, comunque, potevano salutare l’arrivo a San Lorenzo, quartiere da sempre accogliente, in una maniera più consona. Ma sembra che non sia andata così. Vabbè, stavamo proprio dicendo che era un derby e che la rivalità stava nascendo, se vogliamo è anche giusto! Da entrambi le parti l'incontro è vissuto con una certa competizione e nessuno vuole perdere, ne in campo ne sugli spalti.

atletici arditi

(le tifoserie dell'Atletico e dell'Ardita all'inizio del derby) 

Insomma, gli “arditi” si presentano come al loro solito in maniera compatta e organizzata, per alcuni versi quasi spocchiosa, e prendono possesso della tribunetta di destra dell’impianto sanlorenzino. Di fianco a loro si siedono i ragazzi dell’Asinitas in attesa di giocare la seconda semifinale. Dall’altra parte della tribuna il tifo atletico è come sempre un po’ più caciarone e confusionario, ancora in fase organizzativa. Ad essere sinceri, non ci aspettavamo quell’arrivo un po’ spiazzante e ci serve qualche minuto ancora per metabolizzarlo. La smettiamo di discutere tra di noi sul “corteo si, corteo no”, incassiamo il colpo e ci sistemiamo sugli spalti più carichi di prima. Le squadre stanno per scendere in campo e salutiamo il loro ingresso con una bella fumogenata rossoblù. Anche gli ospiti esibiscono dei fumogeni gialloneri ma sembra quasi che vogliano risparmiare la fornitura coreografica per la finale… La cornice di pubblico, comunque, sembra quella di un derby almeno di Serie D e dai balconi di San Lorenzo, proprio come sognavamo poco prima, la gente si affaccia attratta dai cori che rimbombano per le vie del quartiere. Un’emozione unica! La tribuna dei Cavalieri è strapiena come non mai. Lo stadio (perché tale è diventato quel campetto di quartiere) è una bolgia in cui le due tifoserie rifiatano solo per bere sorsate dalle bottiglie di Peroni da  66 cl fresca (…magari fresca). In un momento di stanca la curva dell’Ardita alza il classico ripetuto che normalmente viene cantato di fronte a una tifoseria rivale o nemica, quello che fa “Gialloneri siamo noi, ma chi cazzo siete voi?” Questa volta non ci stiamo, sembra quasi un oltraggio, e con qualche gesto facciamo capire che stanno forse un po’ esagerando. Qualcuno dei nostri va anche sotto il loro settore per far presente che non è proprio corretto il loro comportamento. Rispondono che no, non era niente di offensivo, che quel coro loro non lo intendono come provocatorio, ma che lo fanno sempre e che non era rivolto a noi… Vabbè, a questo punto va a farsi fottere qualsiasi velleità di “politically correct”. Anche i più prudenti dell'Atletico capiscono l’aria che tira e che la gara oramai deve essere vinta, e che il perdente sarà sfottuto a vita!

Sul campo la partita è molto sentita e combattuta. Noi siamo anche un po’ rimaneggiati per via di qualche infortunio e di qualche “fuorisede” che è già tornato presso i suoi lidi, mentre l’Ardita è certamente meglio organizzata e si vede che è una squadra che gioca insieme ormai da qualche anno. Sono certamente i favoriti e già assaporano la finale da giocare contro i famosi tedeschi del St.Pauli. Però i nostri non demordono, mantengono il risultato lottando sulla polvere del Benedetto XV, e quasi allo scadere del tempo Vicca raccoglie un assist ed incrocia al volo sul secondo palo. La palla si insacca in rete. E’ gol! Il marcatore dribbla anche i compagni di squadra e corre ad esultare verso la tribuna, passando dapprima sotto il settore degli "arditi" e finendo la sua corsa sotto di noi. E' l’apoteosi. Il derby è nostro! I gialloneri si spengono di colpo e nel quartiere rimbomba un coro continuo e fragoroso da quel momento fino a sera. L'Atletico San Lorenzo ha vinto il primo (ed ultimo) derby del calcio popolare romano.

L’altra semifinale vede imporsi la squadra di Amburgo, che nonostante la superiorità passa solo ai rigori contro i ragazzi dell’Asinitas, e quindi la finale può mettere di fronte l’Atletico San Lorenzo contro l’FC St.Pauli Herren 7. Per la verità per noi, a questo punto, poco importa l’esito di quest’ultima partita. La finalissima sarà solo una festa perché noi la nostra finale l’abbiamo già vinta battendo i cugini dell’Ardita San Paolo. I quali, nel frattempo, riescono a battere con non poca difficoltà l’Asinitas aggiudicandosi un buon terzo posto

Durante la finale per il terzo e quarto posto succede un altro fatto curioso e (quasi) inaspettato. Nella settimana precedente, infatti, ci sono state un po’ di polemiche in quartiere riguardo la presenza di una rappresentanza del St.Pauli a San Lorenzo. Il problema è che la cosa non è del tutto gradita a causa di una vecchia ruggine da stadio tra romanisti e ternani, che a loro volta sono gemellati storici della tifoseria del quartiere di Amburgo. Nella curva del St.Pauli l’anno precedente, a seguito degli scontri in un’amichevole estiva tra Roma e Ternana, è addirittura comparso uno striscione con su scritto “As Roma Merda” e qualcuno vorrebbe cogliere l’occasione della presenza dei sanpaulini per restituire il favore. Ci adoperiamo anche per spiegare che i ragazzi che arriveranno per il quadrangolare non sono appartenenti alla tifoseria organizzata, bensì sono solo calciatori di una delle squadre filiali del club amburghese, ma evidentemente la cosa non è convincente. Fatto sta che proprio durante la finalina dal tetto di un palazzo davanti al campo di gioco viene srotolato uno striscione con scritto in perfetto tedesco “St.Pauli Scheisse”. Un po’ ce l’aspettavamo e un po’ no, ma soprattutto non avremmo voluto che i ragazzi dell’Herren, con cui abbiamo condiviso tre giorni belli ed intensi, restassero male per questa accoglienza. Tuttavia, loro non sembrano affatto turbati, anzi sorridono e sembrano alquanto felici e divertiti. Ci spiegheranno poi che la tifoseria del St.Pauli essendo invisa a quasi tutta la Germania ed accolta quasi dovunque proprio con quella frase, ovvero "St.Pauli Merda", l’ha trasformata in maniera canzonatoria in un proprio slogan facendone addirittura adesivi e cori. Insomma, pensano che lo striscione apparso sul palazzo sia una sorta di ulteriore benvenuto e comunanza con i loro ideali. I nostri giocatori e quelli dell’Herren 7, che erano insieme a bordo campo a conversare in attesa della finale, decidono a quel punto di venire tutti insieme in curva a cantare con noi. Parte il coro “Ohohoh, Ohohoh, St.Pauli” che verrà cantato senza tregua per tutta la durata della partita in corso. E’ un turbinio di emozioni, ma comunque c’è poco da rifiatare, è tempo di finalissima. Ora Atletico San Lorenzo e FC St.Pauli Herren 7 si sfidano in campo, i calciatori delle due squadre scendono dalla tribuna per andare direttamente sul terreno di gioco in un clima festoso ed amichevole. 

All’ingresso in campo alziamo lo striscione preparato giusto la sera prima in piazza. Recita “il vero calcio lo giochiamo noi” ed è contorniato da una coltre di fumogeni rossoblù. Vinciamo anche la finale e capitan Biscottino può alzare la coppa sotto la nostra tribuna. Il primo torneo sportivo quasi ufficiale giocato in quello che consideriamo il nostro campo, la vittoria contro l’Ardita, la conquista del primo trofeo proprio nel cuore del nostro quartiere, l’atmosfera magica sugli spalti e la soddisfazione per la lunga tre giorni andata alla grande si fondono insieme in quei momenti di pura euforia, gioia e felicità. A fine partita si festeggia tutti insieme ringraziando tutte le tifoserie e le persone accorse, mentre si scandiscono cori e ci si scambiano abbracci.

(finisce così il primo quadrangolare del calcio popolare tra i cori "Ohohoh St.Pauli" e "Odio eterno al calcio moderno") 

Il programma prevede ancora un ultimo appuntamento al Nuovo Cinema Palazzo dove, dopo il pranzo a base della solita porchetta col vino, è previsto l’importante dibattito finale sui temi del calcio popolare e sulle indicazioni che il modello del St.Pauli può dare al nascente movimento in Italia. Questa volta, malgrado la stanchezza e i tentativi di trasformare il Cinema in una Oktober Fest da parte dei “cechi” coadiuvati da vari sodali locali alla loro causa, riusciamo a far partire la discussione che ci offre innumerevoli spunti di riflessione. Tra gli interventi si segnala proprio quello di Massimo della delegazione di Amburgo che ci parla dei punti focali dello sviluppo storico della società tedesca, e di quelli che possono essere applicati anche al progetto dell’Atletico, concludendo con le famose tre S - statuto, sede, stadio – che saranno la bussola della crescita della nostra polisportiva e a cui spesso facciamo riferimento ancora oggi.

La lunga tre giorni di “San Lorenzo meets St.Pauli” finisce in Piazza dei Sanniti tra saluti e abbracci, scambi di sciarpe e indumenti con i nuovi amici di Amburgo. Molti di noi riescono ad ottenere in dono le loro bellissime polo marroni con cui si erano presentati (in estremo ritardo) il primo giorno in Via dei Volsci (qui il racconto). Ricambiamo con le nostre magliette rosse e blu. Siamo tutti contentissimi, stanchi ma felici per come è andata tutta la manifestazione. E’ stato un successo senza precedenti ed ora possiamo godercelo e dissipare tutte le tensioni e le ansie accumulate. Sorseggiando gli ultimi bicchieri insieme agli “arditi” in un Cinema Palazzo che sembra il posto più fresco del mondo, viene fuori anche il coretto per canzonare i cugini del calcio popolare, che resterà a lungo la colonna sonora delle nostre giornate: “Il terzo posto è un piazzamento fantastico, volevi vincere ma è arrivato l’Atletico… Ardita!”

(continua, vai alla nona puntata o scorri le immagini)

  

Qualche immagine della tre giorni di San Lorenzo meets St.Pauli

(per altre foto qui l'album del fotografo Gaetano Giordano, qui un altro album a cura dell'Atletico San Lorenzo)

 

STPAULI LOCANDINA

(la bellissima locandina della manifestazione) 

 

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(si sistemano le pezze in attesa del derby) 

 

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(non possono mancare "i cechi" con le loro immancabili birre) 

 

(Atletico San Lorenzo e Ardita San Paolo scendono in campo) 

 

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(il tifo degli "arditi" ben compatto e organizzato) 

 

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(gli "atletici" rispondono colpo su colpo) 

 

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(dentro a quel campetto "terra e brecciolino") 

 

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 (che tanto gia lo so, sempre con te sarò, magico Atletico) 

 

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(Asinitas e St.Pauli Herren 7 scendono in campo, arbitro d'eccellenza Pinuccio)

 

(giocatori dell'Atletico e del St.Pauli tutti insieme in curva a cantare) 

 

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(scendono in campo per la finalissima Atletico San Lorenzo e St.Pauli Herren 7) 

 

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(il vero calcio lo giochiamo noi) 

 

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(tutti insieme a festeggiare sotto la curva)

 

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(l'Atletico San Lorenzo alza la coppa al cielo) 

 

(al fresco del Cinema Palazzo si conclude in goliardia la lunga tre giorni) 

 

(per altre foto qui l'album del fotografo Gaetano Giordano, qui un altro album a cura dell'Atletico San Lorenzo)

 

(continua, vai alla nona puntata)

 

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