L'Atletico San Lorenzo, nel corso dei suoi ormai sette anni di vita, ha visto crescere vistosamente, accanto al numero di squadre iscritte ai vari campionati, anche il numero, e la qualità, del personale tecnico che quotidianamente allena giocatori e giocatrici rossoblu. Con la rubrica "L'osteria del pallone" diamo loro la parola: ci racconteranno le loro esperienze sportive, in campo e in panchina, i loro credo calcistici, cestistici e pallavolistici, le partite più belle che hanno disputato difendendo i nostri colori.
Oggi è il turno di Enzo Mastrobuoni, assistant coach e dirigente della squadra di basket femminile. A lui la parola.
Ciao Enzo, Raccontaci la tua biografia sportiva, da cestista e da coach.
Ho iniziato a giocare da ragazzino continuando fino ai tempi del Liceo, alla fine degli anni 70 (in classe nostra avevamo ben sei-sette giocatori), ma già lì la mia futura “carriera” fu segnata: ho fatto l’allenatore di una delle due squadre del Liceo Giulio Cesare ai Giochi della Gioventù!
Poi una lunga interruzione, salvo seguire da appassionato le alterne fortune della squadra di basket di Roma.
Quando mi sono trasferito a Montesacro, una quindicina d’anni fa, al campetto di via Val Chisone che avevo preso a frequentare, qualcuno mi ha invitato a far parte di un gruppo di senior che giocava per divertirsi in una palestrina lì vicino. E’ bastato qualche mese e si è deciso di provare a fare il campionato Uisp e nello stesso tempo ho iniziato il corso per allenatori.
Prima giocatore-allenatore e poi, giustamente e finalmente, solo allenatore della Castrum Basket che a Viale Kant ha continuato (e continua) ad allenarsi e a fare il campionato CSI.
Tre anni fa l’incredibile ed emozionante esperienza a Piazzale Maslax (dietro la stazione Tiburtina) dove io e alcuni volontari di Baobab Experience abbiamo improvvisato un vero campo da basket e “insegnato” pallacanestro ai giovani migranti ospiti del campo informale, fino al definitivo sgombero (qui ci sarebbe un lungo capitolo che vi risparmio).
Proprio da lì è venuto il primo contatto con la squadra di basket femminile dell’Atletico San Lorenzo che stava cercando un coach, anche se in quella occasione non si concretizzò nulla. Ma ho continuato a seguire “da lontano” le vicende della squadra e delle altre attività dell’Atletico (di cui avevo conosciuto in altre circostanze e in altro periodo il mitico Presidente!).
E infine l’estate scorsa sono tornato alla carica dando la mia disponibilità a dare una mano alle rossoblù del basket e ho ricevuto la proposta di fare il loro “dirigente”.
Ed eccoci qua: un anno, chiuso in anticipo, eccezionale in tutti i sensi, a fare la mia prima esperienza ufficiale in un campionato federale da dirigente (e assistente allenatore con il grande coach Di Bucchianico).
Qual è il coach a cui ti sei ispirato e perché?
Ettore Messina è senza dubbio il mio punto di riferimento, non solo come coach ma come uomo di sport. E’ stato un suo libro intitolato semplicemente “Basket” a farmelo conoscere più direttamente e poi ho continuato a seguirlo, leggerlo, guardarlo in campo, nei clinic e fuori. Lo trovo pacato, razionale, attento alle relazioni umane e a tutti gli aspetti di “The Game”, come dicono gli americani. E’ sempre chiaro e non rinuncia alle scelte difficili anche quando si tratta di temi sociali e politici. Ne servirebbero di più di persone così.
Qual è il cestista più forte che hai allenato ? Quello avversario che ti ha più impressionato? Il giocatore più forte con cui hai giocato? L’avversario più ostico da affrontare?
Beh non è che abbia una gran carriera alle spalle per raccontare di grandi giocatori allenati o incontrati da avversari o che comunque possano significare qualcosa. Ci sono tanti “ragazzi” che ho allenato, certo qualcuno decisamente più forte tecnicamente, come si dice di un altro livello, ma quello che voglio ricordare è che con (quasi) tutti si è costruito un rapporto vero e duraturo.
Cosa ne pensi della Fip? Ritieni adeguati i provvedimenti di ciascuna federazione a sostegno delle squadre iscritte? Cosa pensi debba cambiare e fare una squadra di basket popolare all’interno della federazione?
Sulla FIP e sul suo Comitato regionale, in relazione alle nostre attività, posso dire che i rapporti sono piuttosto limitati agli aspetti regolamentari e amministrativi. Su questo ci sarebbe un salto di qualità da fare per un maggior scambio di opinioni, una conoscenza più diretta e precisa di necessità e problemi. Il punto a mio parere è che bisogna lavorare di più sulla espansione quantitativa e qualitativa della base dell’intero movimento cestistico. Una squadra di basket popolare che partecipa ad un campionato federale è una sfida che, come dimostrato anche quest’anno con le ragazze rossoblù, può essere affrontata senza timori reverenziali e portando in campo e fuori i propri valori.
Veniamo alla tua esperienza da dirigente dell'Atletico San Lorenzo: la pandemia globale in corso ha bloccato la stagione a poco più di due terzi del suo regolare svolgimento: rispetto alle premesse di inizio anno come giudichi il campionato fatto dalle tue ragazze? Il rapporto instauratosi tra te e loro e tra loro e il coach?
Come già detto l’esperienza di quest’anno è stata veramente eccezionale: la prima volta da dirigente di una squadra femminile e in un campionato federale. Abbiamo affrontato problemi logistici e organizzativi tutti nuovi (il ritorno a San Lorenzo con un campo nuovo di zecca, i ritardi ed il rapporto a volte problematico con Vis Nova che ci “ospitava”, iscrizioni e tesseramenti federali, ecc.) e poi la chiusura forzata causa Covid19. Ma il fatto più significativo è stato la costruzione, prima di un gruppo straordinario e poi di una squadra vincente. E questo grazie a tutte le ragazze ed al coach. Partiti/e con l’idea di fare un’annata dignitosa, siamo arrivati/e ad essere la squadra da battere! Dieci vittorie consecutive, due sole sconfitte su quattordici partite disputate è stato un gran bel risultato.
Quale partita ti è rimasta maggiormente impressa? Quali i successi che ricordi con maggiore piacere? Quale/i sfida/e rigiocheresti per ribaltare il risultato maturato allora?
In questo cammino ho due momenti (tra i tanti) che rimangono fissati nella mia mente. L’esordio vincente fuori casa a Guidonia, con l’emozione della prima volta, i rischi e le paure e poi la gioia finale. Il secondo è la vittoria in rimonta, sempre in trasferta, ad Ostia contro Talea (una delle squadre più accreditate). Dove le ragazze hanno mostrato tutta la loro forza mentale e la loro convinzione. Ovviamente vorrei rigiocare le due partite in cui siamo usciti/e sconfitti/e, ma il rimpianto vero è non aver potuto chiudere fino in fondo il campionato.
Quale metodologia d’allenamento ti è più cara ? quali ritieni maggiormente efficace?
Sugli allenamenti lascio la parola al coach. L’unica cosa su cui mi piacerebbe lavorare ancora e penso che avremo modo di farlo alla ripresa (e so che il coach condivide) è aumentare la nostra capacità di giocare in velocità e con maggiore aggressività.
La FIP ha decretato la sospensione del campionato: come ritieni si debba ripartire l’anno prossimo?
La FIP ha già deciso di chiudere l’annata sportiva a tutti i livelli senza promozioni, retrocessioni, ecc. Per l’anno prossimo ci sono tante incognite e penso che tutte le società, soprattutto a livello di base, debbano essere supportate economicamente e organizzativamente per riprendere al meglio l’attività e garantire il diritto allo sport per tutti/e. Su questo aspetto penso che le squadre dello sport popolare abbiano un importante ruolo e ci dovremo attrezzare.
Per finire un augurio che ti senti di fare alle tue ragazze in vista della prossima stagione.
Intanto spero che ci si possa vedere presto di persona tutti/e insieme e ricominciare ad entusiasmarci per “il gioco più bello del mondo” con i nostri colori e i nostri valori di nuovo vincenti!