Il dibattito sulla Super Lega visto da un punto di vista alternativo. Quello di chi ama il calcio in tutte le sue sfaccettature, e pensa che ogni squadra del mondo, dal grande club alla più piccola di quartiere, venga fondata per un solo motivo: vincere la Coppa dei Campioni.
La Super Lega e il sogno di vincere la Coppa dei Campioni
di Lorenzo Diana.
Abbiamo sempre avuto una posizione critica rispetto al "calcio dei padroni”. Ma che ci possiamo fare? A noi il calcio nella sua essenza è sempre piaciuto. Siamo amanti, esteti dello sport in sé, e soprattutto siamo tifosi di squadre professionistiche. Non possiamo negarlo. Siamo cresciuti con l'amore per la nostra squadra del cuore. Quello che ti prende fin da bambino e non ti lascia mai più, anzi si tramanda da padre in figlia, da madre in figlio.
Allo stadio ci andiamo e con tutte le restrizioni liberticide degli ultimi anni (non le elenco, sarebbe troppo lungo), abbiamo continuato ad andarci. Non abbiamo lasciato passare tutto: alla tessera del tifoso abbiamo detto no, e anche alle barriere che separavano in due un cuore che pulsava. Su queste due cose almeno ci siamo fermati, e alla lunga abbiamo avuto anche ragione.
Pur nelle contraddizioni di uno spettacolo mercificato e capitalistico, qual'è il mondo del calcio, abbiamo ritenuto che la nostra presenza “dal vivo” fosse quello che rendesse genuino ancora quel baraccone. Genuino e popolare. Abbiamo continuato ad andarci allo stadio, ad indebitarci per le trasferte, vicine o lontanissime, con prezzi di biglietti via via sempre più cari, con la vita che ci correva intorno. E ogni tanto, lo ammettiamo, ce le siamo viste anche noi le partite in pay tv, per quelle trasferte a cui non siamo potuti andare.
Siamo cresciuti così. Tra curve, macchine, transit, settori ospiti, treni e radioline (e un po’ di partite in tv negli ultimi anni). Con una squadra da seguire. Dal vivo. Da tifare per 90 minuti e oltre, stipati in tanti su seggiolini stretti e scomodi. E più stavamo stretti e più eravamo felici. E più tornavamo a casa senza voce più eravamo felici.
Poi nelle nostre vite è scoppiato l’Atletico San Lorenzo. E conciliare tutto questo amore storico, seppure sempre più amaro, diventava via via più difficile. Soprattutto come impegno temporale, per tanti di noi che nelle domeniche (o nei sabati, e a volte anche negli altri giorni della settimana) dovevano incastrare lo stadio, le trasferte a volte vicine e a volte lontane della nostra squadra del cuore, con gli impegni e le partite delle compagini della nostra polisportiva popolare in giro per Roma e per il Lazio.
Il tutto perché? Perché questa è una malattia! Si chiama tifo. Ed è quella malattia che ti porta lontanamente a pensare che un giorno chissà... io, tu, il tuo vicino di posto in curva, il tuo compagno di squadra, abbiamo la possibilità di alzare al cielo la Coppa dei Campioni. Si proprio quella! Con la possibilità di battere, magari in finale, che so... il Real Madrid (maledetti franchisti).
Con la squadra professionistica che tifiamo e seguiamo fin dall’infanzia? Perché no? Con l’Atletico San Lorenzo? Anche!
In fondo per quale motivo l’Atletico San Lorenzo è nato? Beh, per dimostrare che un modello di sport autofinanziato e autorganizzato dal basso dai suoi stessi tifosi ed atleti potesse essere competitivo. E potesse battere, sul campo, quell’altro di modello… L’Atletico, come tutte le squadre al mondo, vengono fondate per vincere la Coppa dei Campioni. Senza se e senza ma. Chi altrimenti fonderebbe una squadra di calcio?
E noi in fondo, ce la siamo immaginata più o meno così la nostra finale di Coppa dei Campioni, o almeno la nostra attesa di quell’evento:
Ah dimenticavo, tutto questo è per dire che la Super Lega ci fa schifo, però ci sembrava talmente sottinteso che quasi a fine testo ancora non era stato necessario dirlo. Così come ci fa un po' schifo anche l'Uefa, la Fifa, i fondi di investimento che gestiscono i club, il pallone delle plusvalenze, dei miliardi e delle pay tv, ecc. ecc. ecc. E' per questo che abbiamo fondato l'Atletico San Lorenzo. Per giocare (e vincere) la Coppa dei Campioni.