Si avvicina l'inizio della nuova stagione: con la rubrica "quattro chiacchiere con..." andiamo a conoscere meglio alcuni volti storici dell'Atletico San Lorenzo, a vagliare bilanci della passata stagione e a sondare le prospettive per la prossima. Prima intervistata è Marilena Lombardi, tra le veterane della squadra di basket femminile.
Come hai conosciuto l’Atletico San Lorenzo?
Su internet, cercavo una squadra di basket, avevo smesso, ma non ce l'ho fatta a resistere molto a lungo, così quando mi sono trasferita a Roma ho deciso di ricominciare. Ho fatto una piccola ricerca, ho inviato una mail e mi si è aperto un mondo.
Quali sono le differenze che hai potuto riscontrare tra le tue precedenti esperienze sportive e l’adesione al progetto dell’Atletico San Lorenzo?
Le principali differenze sono che se prima facevo parte di una società che decideva tutto senza coinvolgermi nelle decisioni, ora sono io la società, il gruppo è totalmente coinvolto, è capace di autogestirsi e di capire cosa sia meglio per il proprio futuro. E' per questo che poi con il tempo si sono create delle amicizie forti che si sono consolidate non solo sul campo ma anche fuori, discutendo, spesso a tavola, per una decisione o un'altra. Un'altra differenza è che non ci sono sponsor, ho visto come funziona, sono stata dal lato dello sponsor e non mi è piaciuto per niente.
Qual è l’evento, sportivo e non, della polisportiva a cui sei particolarmente legato/a?
Basket Beats Borders, abbiamo aiutato queste ragazze palestinesi a venire a Roma per giocare con noi. Ho visto nei loro occhi una forza che non avevo mai visto prima su un campo da basket, una volontà che va oltre tutti gli ostacoli imposti dal contesto in cui vivono, in particolare dal fatto stesso di essere donne. Non avevo mai fatto un'esperienza simile.
Cosa significa per te “sport popolare”?
Un altro modo di vedere lo sport, che parte dalla persona che vuole praticarlo, farlo e viverlo. Un gruppo di persone che non ha bisogno di essere sostenuto da altri 'più ricchi', un gruppo di persone che può autosostenersi, organizzarsi. Un tipo di sport accessibile a tutti, ma non per questo di basso livello.
Un bilancio della stagione passata? Un inizio di campionato in salita riscattato alla grandissima nella seconda parte della stagione, col terzo posto al torneo del CSI.
E' stato un anno di sorprese per niente positive, tanti infortuni nelle fasi iniziali e per questo perdita di lucidità. L'importante è stato restare sempre unite e grazie anche ai nostri coach, Luca prima e Nunzia poi siamo riuscite a non mollare e a portare a casa questo risultato.
L'anno scorso sei stata tra le principali artefici dell'approdo dell'Atletico nelle scuole del quartiere, promuovendo corsi di minibasket in orario curriculare: cosa ti ha trasmesso quest'esperienza? E quali idee bollono in pentola per l'anno venturo.
Con Nunzia ho costruito un progetto di minibasket che ci desse la possibilità di farlo nelle scuole del quartiere, in orario scolastico per il momento e a titolo gratuito. Ci siamo riuscite e abbiamo instaurato un primo rapporto con l'istituzione scolastica. Abbiamo cominciato l'attività già da marzo grazie anche all'aiuto delle nostre compagne ed ai ragazzi del maschile. Il progetto è stato ben accolto dalle maestre e dalla scuola e speriamo di poterlo portare avanti anche in questo anno scolastico. Cominciare a creare qualcosa che riguardi il settore giovanile per noi del basket è molto importante.
Prospettive personali e di squadra per la prossima stagione?
Stiamo cambiando lo staff tecnico e cercando di inserire in squadra nuove ragazze. Molti, ormai, conoscono il nostro progetto e a molti piace l'idea di entrar a far parte del nostro gruppo. Sarà sicuramente un anno ricco di sorprese, e pieno di iniziative proprio in stile Atletico.