Il Nuovo Cinema Palazzo è stato per l'Atletico San Lorenzo un luogo di socialità ed aggregazione, ma non solo. Tra quelle mura si è anche parlato di tattiche difensive, di sovrapposizioni sulle fasce, di tiri in porta, di parate e di rinvii dal fondo. Facendo parlare i protagonisti e portando il Calcio (con la C maiuscola), la sua epica e la sua poesia.
Quando il Calcio entrò a Palazzo.
di Daniele Poma e Lorenzo Diana.
È passato già del tempo da quando, con un’operazione massiccia e senza senso, polizia, prefettura e proprietà hanno sgomberato il Nuovo Cinema Palazzo. Un’esperienza politica e sociale, che nella sua opera, variegata e popolare, ha incluso anche una forte reciprocità con lo sport popolare, un rapporto totale e osmotico con l’Atletico San Lorenzo come pochi se ne registrano in Italia. Persino nell’Italia del movimento calcistico popolare.
Il Cinema Palazzo era, è, e speriamo torni ad essere presto la nostra casa, la nostra sede. Questa sorprendente reciprocità ha fatto sì che molti compagni e "avventori" del Cinema si cimentassero nello sport e nel tifo, come viceversa molti di noi hanno cominciato ad amare, seguire e militare in quel circuito virtuoso che è stato il mondo del Nuovo Cinema Palazzo. Centinaia sono le immagini, i momenti, le condivisioni che noi ragazzi e ragazze dell’Atletico, dai pulcini alla prima squadra, abbiamo stampate e immortalate per sempre nei nostri cuori.
Decine e decine le presentazioni di libri sullo sport nelle sue mille sfaccettature, gli spettacoli teatrali, le iniziative sul mondo ultras, sulla repressione e la tessera del tifoso, sugli abusi in divisa. Le cene, le feste per finanziare la polisportiva che abbiamo organizzato in questo luogo… se tanta bellezza è stata creata dalla volontà di molti, solo l’invidia e il disprezzo propri del potere, e la sua relativa logica economica, potevano cancellare questo puzzle di sentimenti… "Chi disprezza sgombera" recitava un motto coniato dai compagni del Cinema e mai fu più azzeccato.
Chi vi scrive è una componente del calcio maschile dell’Atletico San Lorenzo, due giocatori: avevamo una gran voglia di condividere questa testimonianza, semplice e allegra, perché nel nostro piccolissimo abbiamo fatto sì che in quel luogo, si parlasse perfino di calcio, quello con C maiuscola. Anche il Calcio è entrato a Palazzo. Abbiamo avuto l’onere e l’onore di superare qualsivoglia preconcetto sullo sport più bello del mondo. Abbiamo aperto le porte di quel posto a chi nella sua vita difficilmente lo avrebbe varcato, non limitandoci a questo, perché una volta usciti, nei loro volti c’era solo voglia di dire: "A quando la prossima?" Noi ce lo auguriamo un futuro e ora che si parla di passato ricordiamo con gioia e orgoglio quei giorni in cui si parlò di Calcio.
Parlare di Calcio sembra una cosa sempre banale che avviene ogni giorno, in ogni occasione, in ogni dove. Questo non è vero. O almeno non è vero se il considerare “parlare di calcio” è il parlare di Calcio a modo nostro, con competenza, con dedizione, con amore. Sottolineandone gli aspetti epici e romantici. Perché se è vero che passiamo gran parte della giornata indaffarati a lavorare o con piacere tra amici e famiglia, ci sono dei momenti in cui ci prendono “le farfalle nello stomaco”, che ci fanno vibrare dentro, tremare il cuore. Ed è quando si parla di Calcio, si, banalmente.
Ma non quando se ne parla nella misura in cui ci viene detto dell’ennesimo tampone negativo di Dzeko e Immobile o dell’ultima Lamborghini di Ronaldo, o del rinnovo plurimilionario di Neymar. Ci vengono le farfalle nello stomaco quando sentiamo il racconto in prima persona del rigore parato dal sanlorenzino doc Ginulfi a O’ Rey Pelè. Quando uno dei protagonisti ci racconta di come funzionava la difesa di Liedholm o della marcatura secondo i dettami di Di Francesco o la zona asfissiante di Zeman, dell’infortunio di Nela o quello di Ancelotti. Quando sentiamo raccontare in che modo Gentile annullò Maradona al Mundial ’82. Quando l’epica si trasforma in gioco o forse quando avviene il contrario.
Beh, c’è stato uno spazio che è riuscito nei suoi lunghi anni di sopravvivenza a fare entrare un determinato modo di parlare di Calcio all’interno del suo "palinsesto". Perché se è vero che principalmente al Nuovo Cinema Palazzo si è fatto teatro, musica, cinema, letteratura, ecc. va anche detto che tra quelle mura si è anche parlato di tattiche difensive, di sovrapposizioni sulle fasce, di tiri in porta, di parate e di rinvii dal fondo. Il Calcio si è fatto spettacolo teatrale grazie alle letture dei testi di Pippo Russo e di Marco Ballestracci. E riuscire a capire come il Calcio possa essere portatore di epica e di poesia, e che questa meriti di essere raccontata e descritta, non soltanto all’interno di piece teatrali, ma anche descrivendo una diagonale chiusa male o una marcatura saltata.
Gli ospiti delle rassegne "Uno per Ruolo" e "Clamoroso al Cinema", organizzati tra le mura del Nuovo Cinema Palazzo, hanno permesso di declinare questa epica con pathos e competenza. Tra questi persino campioni d'Italia come Ubaldo Righetti, difensore della Roma scudettata '83, e Morgan Croce, preparatore dei portieri e volto noto del calcio dilettantistico. C’è stato un giorno in cui il Calcio è entrato a Palazzo, al Cinema Palazzo, avvicinando a quello spazio persone che magari non ci sarebbero mai entrate. E questo è il grande potere che quel pallone, quello di una volta fatto di pentagoni neri ed esagoni bianchi, ha proprio stampato nella sua essenza. Parla a tutti, trasversalmente. A religioni diverse, a credi politici diversi, a sessi diversi. E solamente in uno spazio con la sensibilità e il pluralismo quale era il Nuovo Cinema Palazzo questo dialogo poteva accadere e così bene.
Certo far passare questo messaggio non è stato facile: si partiva pur sempre da quella sorta di diffidenza e miscredenza che spesso accompagna il calcio negli spazi sociali. E qui sta il nostro merito, e il merito dell’Atletico tutto. Spesso si ritiene che chi ha a cuore il calcio sia necessariamente modulato sulla frequenza dominante mutuata dal giornalismo e dal videogiornalismo mainstream e da un modello moderno che effettivamente ha perso gran parte della sua magia. Ma visto che a noi della nostalgia ne abbiamo piene le scatole, nelle contraddizioni del calcio moderno ci vogliamo entrare.
Ci sta poco da fare! Una parata sotto al sette di un Donnarumma qualsiasi, ripresa da 50 telecamere in 4k, ci fomenta. Allo stesso modo in cui ci fomenta una respinta di piedi di Garella o l’entrata in scivolata di De Rossi sulla linea in Roma-Napoli plurifotografata. Ci fomenta ricordare una chiusura di Vierchowood su Bettega. E questa contraddizione circa il calcio moderno al Nuovo Cinema Palazzo ci è entrata, non celandosi dietro al dito di un facile “No al calcio moderno”. Certo la tessera del tifoso, l’articolo 9, i biglietti nominativi, i tornelli, le pay-tv che decidono orari e palinsesti, ci fanno schifo a tutti, e in parte anche alcune declinazioni moderne del gioco (il poter toccare la palla in area dopo il tocco del portiere proprio non riusciamo a capirla), però il calcio nella sua essenza è lo stesso e noi continueremo a cantarlo sempre, e per sempre.
Lunga vita al Calcio, lunga vita al Nuovo Cinema Palazzo!
A seguire qualche bella immagine delle iniziative di "Uno per Ruolo" organizzate dall'Atletico San Lorenzo al Nuovo Cinema Palazzo.
Cliccando qui trovi la galleria fotografica completa.
(le maglie e i guanti di grandi portieri su una delle pareti del Cinema Palazzo)
(la testimonianza di Ginulfi, il portiere sanlorenzino che parò un rigore a Pelè)
(un momento di "Uno per Ruolo #1" dedicato al ruolo del portiere)
(aneddoti e racconti nel corso di "Uno per Ruolo #2" dedicato al ruolo del difensore)
(una chiusura difensiva di Vierchowood si trasforma in epica e poesia)
(il "professor" Ubaldo Righetti segnala i movimenti della fase difensiva sullo schermo del Nuovo Cinema Palazzo)
(un giovane "atletico" interviene alla discussione sul Calcio)