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15/04/2020

Dalle strade del quartiere senza limiti e barriere (Parte II)

La seconda puntata di "Veniam da San Lorenzo per scrivere la storia", la nuova rubrica di storia sull'Atletico e dintorni. Si prosegue con il racconto dei primi mesi del progetto e l'entusiasmo per la nascita del calcio popolare a San Lorenzo, sino al debutto in Terza Categoria.

 

(vai alla puntata precedente per cominciare la lettura dall'inizio)

 

Dalle strade del quartiere senza limiti e barriere. (Parte II)

di Andrea Greco

 

Il grande sogno dell’Atletico può iniziare. In poco più di due mesi, dalla fine di giugno fino ad agosto inoltrato, quella che sembrava un’utopia “de na manica de pazzi” è già diventata realtà. L’entusiasmo è alle stelle ed in quartiere (e non solo, anche nei luoghi di villeggiatura) si continuano a sottoscrivere tessere dell’azionariato per sostenere il progetto. Ma al ritorno dalle vacanze estive ci sono ancora un botto di cosa da fare. Il mese di settembre si prospetta come un tour de force che ha come scadenza l’inizio del campionato, già fissato dalla federazione per il 12 ottobre 2013, il giorno in cui la nuova squadra di calcio popolare di San Lorenzo esordirà nel campionato di Terza Categoria laziale.

La prima questione da affrontare è quella del campo di gioco. I contatti sono già avviati con la Fondazione Cavalieri di Colombo per l’utilizzo del centro sportivo di Via dei Sabelli. Molti di noi, soprattutto i “fuorisede”, scoprono solo ora con positivo stupore che dietro quel lungo muro di recinzione giusto di fronte alla scuola c’è un campo di calcio, proprio nel cuore del quartiere come sognavamo. Per i “sanlorenzini” invece è quasi un ritorno a casa, dato che molti di loro hanno passato l’infanzia a giocare su quel campo gestito dalla parrocchia. Si racconta anche che per poter accedere al centro sportivo dovessero prima passare dal catechismo e dalla messa domenicale. Intuiamo che il rapporto con la Fondazione non sarà per nulla facile, ed infatti i Cavalieri ci concedono l’utilizzo del campo solo per gli allenamenti della squadra ma non per le partite di campionato, malgrado l’impianto ha tutte le carte in regola per poter ospitare gare ufficiali. A nulla valgono i tentativi di mediazione su vari fronti. Dobbiamo cercare un campo fuori dal quartiere per disputare le partite. Il primo pensiero è quello di sentire i Liberi Nantes che stanno rimettendo a posto il glorioso Campo XXV Aprile di Pietralata, ma malgrado la volontà di collaborare da entrambe le parti il problema è che il terreno è ancora in condizioni non idonee, e comunque sarebbe tecnicamente impossibile ottenere l’omologazione in poche settimane. Alla fine la scelta ricade sul Campo Artiglio, situato tra la Stazione Tiburtina e Piazza Bologna, in una zona adiacente a quella di San Lorenzo quindi abbastanza vicina per permettere la presenza del quartiere. Sarà quello il campo di casa dell’Atletico.

L’altra questione è quella della scelta della rosa. Tra i tanti aspiranti calciatori che si sono presentati ai provini aperti a tutti, alcuni dei quali hanno giocato a calcio al massimo sul balcone di casa, occorre necessariamente fare una cernita per presentare una squadra con un minimo di competitività sul campo. Facciamo un paio di amichevoli per testare il livello. La prima è con il Cineto, la squadra del paese di Rotoletto, che conosce personalmente molti dei calciatori e dà una mano al mister Marco Rusignuolo nella gestione della squadra. Vinciamo 2-1 e segna anche Pasquale con un eurogol dalla distanza (qui l'album fotografico della partita). Capiamo che la squadra c’è e che volendo possiamo toglierci anche qualche soddisfazione. Il mister compila la lista dei tesserati e ad un ultimo raduno al Campo Cavalieri ci tocca comunicare la scelta di coloro che faranno parte della rosa ufficiale. Non mancano i primi mugugni, tutti vorrebbero giocare per l’Atletico, ma a loro diciamo che potranno continuare comunque ad allenarsi con i compagni. La “filosofia” della squadra, fin dall’inizio, è quella di garantire il diritto allo sport per tutti. Poi, evidentemente, sul campo ci vanno i più forti. 

Scelta Rosa

(il giorno della scelta della rosa ai Cavalieri)

L’intelaiatura è quella della squadra dei sanlorenzini guidata da Rogerinho e Biscottino che a luglio aveva appena finito un lungo torneo di calciotto. Oltre a loro due ci sono Khaled in porta, Ivan con Niko e Gino “piccolo” in difesa, Marco e Manuelino a centrocampo, Sandrino e Mulè davanti. A questi si aggiungono un mix di “fuorisede” che già bazzicavano il nostro giro. Oltre al già mitico Pasquale di Cariati, tra gli altri si ricordano Bob e Nico di Oriolo Calabro, il romano-napoletano Michele Ruggiero, Gesù da Foggia, Jaco da Grosseto, Andrea Mac da Avezzano, ed infine i “fuoriquartiere” Flavio e Iacopino, Mirkione da Trigoria e Swarovski da Villa Gordiani.

Ma intanto anche fuori dal campo, nonostante l’entusiasmo, non sono tutte rose e fiori. Come tutte le storie che si rispettino anche quella della nascita dell’Atletico San Lorenzo è costellata da qualche dissidio e non poche incomprensioni. Il primo "scazzo" è quello della bandiera del St. Pauli portata ai primissimi allenamenti della squadra che pare non essere del tutto gradita alla componente filo-romanista a causa di una vecchia ruggine da stadio con i ternani, a loro volta gemellati storici della tifoseria del quartiere di Amburgo. L’altra questione, ben più difficile da affrontare, è quella della famosa “stella”. Sullo stemma iniziale campeggia al centro anche una piccola stella a cinque punte che viene reputata da una parte del nucleo fondante come un simbolo troppo “politico” e poco unitario. Il tira e molla si trascina in via per qualche giorno e per arrivare ad una decisione condivisa si convoca una nuova assemblea pubblica al Bar Marani. Alla fine, dopo molti interventi e non poche polemiche, si decide di rinunciare alla stella per preservare l’unità e l’eterogeneità del nascente progetto, ma di stilare comunque un documento che possa raccogliere degli ideali condivisi in cui tutti coloro che partecipano al progetto devono riconoscersi. Cristiano trova la quadra ed in una nottata butta giù il famoso volantino con i “pilastri” dell’Atletico San Lorenzo. Il giorno dopo lo porta in via e tutti si identificano in quel testo che recita chiaramente: “La squadra non rappresenta alcun partito o movimento politico. Rispetta e valorizza comunque le caratteristiche del quartiere: la natura popolare e la sua storia inimitabile di resistenza e libertà.” Descrive, inoltre, il significato dello stemma ed elenca i cinque valori “che devono ispirare i comportamenti della squadra e dei suoi sostenitori” che ancora oggi si ritrovano su tutti i documenti della polisportiva.

 

(il volantino dei "pilastri" dell'Atletico San Lorenzo)

Intanto escono i calendari del campionato: la prima partita della storia dell’Atletico San Lorenzo sarà in casa. L’attesa si trasforma in un’enorme aspettativa e l’euforia diventa palpabile in ogni angolo del quartiere. Anche sul piano della tifoseria si lavora alacremente in vista del debutto. Si decide di adottare uno stile “all’inglese” con tanti stendardi da mettere in balaustra invece del più classico striscione. Un manipolo di “artisti”, provvisti di stoffa e pennelli e con l’aiuto del proiettore per disegnarle perfettamente, le prepara durante lunghe nottate al Nuovo Cinema Palazzo. Le “pezze” che ne vengono fuori sono una più bella dell’altra. Tra le tante ne spicca una su fondo scozzese con la scritta “avanti fate largo” la cui stoffa ci era stata regalata da Giuliano di Nocera che l’aveva inizialmente acquistata per farne uno stendardo della sua squadra. Infatti i colori del tartan sono il rossonero della Nocerina, ma ben pochi se ne accorgono grazie alla somiglianza con il nostro rossoblù. Anche Davidone mette a disposizione il laboratorio del Red Lab per stampare le prime magliette: sfondo grigio con stemma atletico sul cuore e la scritta “il calcio figlio del popolo” sulle spalle. Vanno a ruba appena le mettiamo in vendita.

La settimana prima dell’esordio organizziamo una nuova serata in Piazza Immacolata per presentare la squadra alla cittadinanza. I calciatori dell’Atletico, vestiti con le tute di rappresentanza appena arrivate, si presentano già dal primo pomeriggio armati di scope e ramazze per pulire lo spazio dove avverrà la presentazione e le strade limitrofe. Combinare il calcio con gli impegni sociali e l’attenzione alle problematiche del quartiere è tra gli obiettivi principali del progetto e il “rilancio” della piazza principale è uno degli argomenti più sentiti. Fragoletta e Pozzo allestiscono la brace, iniziando una lunga tradizione che dura ancora oggi. Sul muro dell’edificio che affaccia sulla piazza attacchiamo degli enormi striscioni in carta con scritto “Sport, Cultura, Aggregazione contro Degrado, Austerità, Repressione, Emarginazione”. E’ la sintesi di quell’agire comune sui cui si impernia l’unità delle varie componenti. Corona la serata l’esibizione di un cantautore sconosciuto ai più: si chiama Emilio Stella ed entusiasmato anche lui da quell'atmosfera dopo poche settimana scriverà il bellissimo inno della squadra che accompagnerà la crescita dell’Atletico San Lorenzo.

Il giorno dopo bissiamo al Nuovo Cinema Palazzo. Il Duka, grazie ai suoi contatti, ci porta Anthony Cartwright, un autore inglese che ha appena scritto un bellissimo romanzo che mescola calcio e politica. Anche li è un successo di pubblico e di contenuti (qui l'album fotografico della serata). La due giorni organizzata ha una grande eco in quartiere e non solo. Tutta la città è curiosa del nuovo progetto di calcio popolare che sta nascendo a San Lorenzo e che farà il suo esordio il sabato successivo. Il Corriere dello Sport esce con una pagina intera sull’edizione nazionale dedicata al progetto. L’entusiasmo monta in quartiere e tocca in quella settimana livelli forse irripetibili.

(un contributo audio del Duka sull'organizzazione della presentazione con Cartwright)

La settimana corre verso la data che aspettiamo ormai da mesi: sabato 12 ottobre 2013 alle ore 18.00 al Campo Artiglio scende in campo per la prima volta in una gara ufficiale l'ASD Atletico San Lorenzo sfidando il Virtus Ri.Va. per la prima giornata del campionato di Terza Categoria. L'unica tribuna dell'impianto di Via Boemondo è piena zeppa all'inverosimile di tifosi di ogni età. Dai più piccoli, capitanati dai fratelli David e Julian Pollak che hanno portato delle bellissime bandiere rossoblù cucite a mano, fino agli anziani del quartiere che ricordavano le gesta delle vecchie squadre di San Lorenzo, passando per famiglie intere e "giovani" di ogni età. Tutte le strutture politiche e gli spazi sociali del quartiere sono ben rappresentati e la gradinata ribolle di entusiasmo e di esaltazione. Negli spogliatoi l'ambiente è naturalmente teso. Per i novelli calciatori atletici che devono rappresentare il progetto, oltre all'ansia per il debutto, si aggiunge anche quella di dover giocare davanti ad un pubblico così imponente. Ivan è uno dei più vecchi del gruppo, non può giocare per infortunio la prima partita, e vedendo i compagni in preda alla preoccupazione da buon sanlorenzino rompe il silenzio con una battuta che resterà negli annali: "A chi segna il primo gol dell'Atletico a fine partita gli regalo due canne". L'angusto spogliatoio scoppia in una fragorosa risata. E' la maniera perfetta per esorcizzare la tensione.

L'arbitro chiama le squadre per scendere in campo. Sugli spalti si apre una splendida coreografia con i cartoncini rossi e blu contorniati da fumogeni. Sembra senza dubbio una curva di categoria superiore. Della partita ricordiamo francamente poco, siamo concentrati sul tifo e su come coordinare la lunga tribuna coinvolgendo tutti nell'incitamento. Decidiamo di proporre dei cori facili che tutti possano riconoscere e cantare facilmente. All'ingresso in campo parte un classico romanesco come "La società dei magnaccioni" di Lando Fiorini e facciamo una più che ottima figura. L'impronta della parte di tifoseria proveniente dalla curva romanista si vede e si sente: memorabile l'immagine di Nicola "il pelato" che per asciugarsi i sudori usa lo stendardo scozzese come se fosse un'asciugamani. Da sbellicarsi dalle risate! Facciamo un paio di cori "ripetuti" e sentiamo l'eco che torna indietro dai palazzi di Via Lorenzo il Magnifico. E' un'emozione unica. Solo qualche mese prima ci eravamo sognati tutto questo ed ora è semplicemente la realtà. Ogni tanto parte anche qualche isolato ma goliardico coro di scherno per l'arbitro. Si era deciso previamente che la tifoseria dell'Atletico dovesse tifare solo per i propri colori e non insultare giacchetta nera ed avversari, ma nella foga e nell'entusiasmo della prima partita non riusciamo ad evitare che parta qualche insulto di troppo. Ed allora spunta fuori immediatamente la soluzione del problema alla nostra maniera: subito dopo qualche espressione colorita dallo stesso settore parte un grido che fa “scusa, scusa, scusa” seguito da un ritmato “ci scusiamo per il linguaggio”. Le risate coinvolgono tutto l'impianto ed arrivano fino ai giocatori in campo e alle panchine dall'altro lato. Financo l'arbitro sorride sotto i baffi. Tant'è che ad un certo punto, forse persuaso dalla goliardica contestazione, indica il dischetto del rigore. Lo stadio si ferma in un silenzio irreale, "rigore per noi, rigore per noi" urla qualcuno.

Bomber Mulè non si fa tradire dall'emozione, mette il pallone a terra, prende una lunga rincorsa ed insacca in rete spiazzando il portiere. E' una vera esplosione di gioia. La tribuna viene giù tipo una "terrace" inglese degli anni ottanta, tant'è che la barriera di plexiglas che la separa dal passaggio sottostante si rompe su un lato e comincia ad abbassarsi pericolosamente verso il basso. Qualcuno rimane in bilico per qualche secondo, ma per fortuna si riesce a mantenere l'equilibrio e la divisione non cede completamente. Al primo gol della storia dell'Atletico l'esultanza è stata così forte che abbiamo sfiorato la tragedia! Intuiamo che ci aspettano altre giornate bellissime e piene di momenti "fuori di testa" appresso a questi colori. Poi il forte Virtus Ri.Va. che a fine stagione vincerà il campionato, pareggia il conto. Per noi andrebbe anche bene così, ma la squadra è vogliosa di dare una gioia più grande alla tanta gente accorsa a vedere la partita. Ci pensa Sandrino Vicca che sul finale fissa il punteggio sul 2-1. E' l'apoteosi! L'arbitro fischia la fine e tutta la squadra festeggia sotto la curva l'esordio con vittoria. Ci inebriamo di gioia e di felicità. L'Atletico ha vinto! San Lorenzo ha vinto! Dal campo partono addirittura i caroselli di auto verso il quartiere e la festa continua in Via dei Volsci dove è prevista una cena di autofinanziamento al 32 e poi al Sally Brown per tutto il sabato notte.

(bomber Mulè in campo con la tribuna gremita sullo sfondo)

Il lunedì successivo il Corriere dello Sport ci dedica un altro trafiletto che titola "In 500 al campo. San Lorenzo Show" con una bella foto della coreografia iniziale e la cronaca della partita. Sembra di essere in Serie A, anche perché il famoso quotidiano sportivo ci inserisce, chissà se per errore o volutamente, nella pagina della massima serie. A San Lorenzo e dintorni non si parla d'altro. Alla seconda partita si va fuori casa a Gerano, ed è tempo di prima trasferta. Il seguito è ancora una volta nutrito e colorato. Vinciamo nuovamente per 2-1 con il solito Mulè e gol della vittoria di Nico Diego appena entrato dalla panchina (qui l'album fotografico della trasferta). Ma non facciamo in tempo a festeggiare che a fine partita dagli spalti occupati dal nostro pubblico parte una furente contestazione con tanto di invasione di campo. Restiamo tutti un attimo interdetti ma poi capiamo presto il motivo della protesta: nonostante la vittoria un nostro tifoso ce l'ha a morte con Mister Rusignuolo reo di non aver fatto entrare in campo suo fratello. Anche questa è San Lorenzo! La cosa si risolve dopo un breve parapiglia, ma gli strascichi comunque si sentono durante tutta la settimana successiva. Vengono al pettine un po' di nodi che erano probabilmente covati sotto la coltre dell'entusiasmo. Forse il progetto è fin troppo eterogeneo, si fa una grossa fatica a tenere tutto e tutti insieme, e spesso chi lo fa viene accusato di eccessivo protagonismo. Il clima si fa anche un po' pesante e nasce la famosa diatriba "sanlorenzini" vs "calabresi", i quali addirittura pensano anche di abbandonare il progetto come ultima opzione. In una lunghissima e affollatissima  riunione-fiume svolta al 26 di Via dei Volsci ci si chiarisce ancora una volta, e si decide di andare avanti tutti insieme. E meno male!

Il grande sogno dell’Atletico può continuare…

(continua, vai alla terza puntata o scorri le immagini)

 

Qualche immagine dei secondi due mesi del grande sogno dell'Atletico...

 

PAKI

(l'esultanza dopo il gol di Pasquale nell'amichevole col Cineto, qui l'album fotografico della partita)

 

TESSERE

(le tessere con la "stella" e senza "stella")

 

STENDARDI

(la preparazione delle "pezze" nelle lunghe nottate al Cinema Palazzo)

 

(la pezza "avanti fate largo" fatto sulla stoffa rossonera regalataci da Giuliano di Nocera)

 

PULIZIE PIAZZA

(i calciatori atletici puliscono la piazza prima della presentazione)

 

Piazza

(messaggi di impegno sociale in piazza)

 

BRACE STELLA

(Pozzo e Fragoletta alla brace, Emilio Stella alla musica, tradizioni che non scompaiono)

 

Cartwright al Cinema

(lo scrittore Anthony Carwright al Cinema Palazzo con Rasta e il Duka, qui l'album fotografico della serata)

 

(la conferenza stampa al Bar Marani prima dello storico debutto in Terza Categoria)

 

COR LOC

(il paginone del Corriere dello Sport dedicato all'Atletico e la locandina della prima partita)

 

Stendardata

(la "stendardata" sulla tribuna dell'Artiglio alla prima partita)

  

PARTITA 1

(scene dal campo dell'esordio dell'Atletico San Lorenzo)

 

PARTITA 2

(scene sugli spalti dell'esordio dell'Atletico San Lorenzo)

 

CorSportPrima

(il Corriere dello Sport celebra la vittoria dell'Atletico sulla pagina della Serie A)

 

(la conferenza stampa al Rebel Store prima della trasferta di Gerano)

 

(gol al 90' di Nico Diego a Gerano, qui l'album fotografico della trasferta)

 

(l'esultanza dopo la vittoria a Gerano, giusto poco prima della contestazione... si vede una bandiera volare)

 

(continua, vai alla terza puntata) 

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