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14/12/2017

Fight, Play, Right!

Sport senza frontiere

L’antirazzismo nello sport è un valore che non ha bisogno di spiegazioni per essere compreso.

Per chi pratica, o ha praticato, una qualsivoglia attività sportiva è semplice fare uso della propria esperienza per validare il principio dell’antirazzismo, è semplice, intuire la complicità che lega chi affronta e vive le stesse esperienze sportive, nessuna ombra razzista è più forte del rispetto e della solidarietà che attraversano giorno dopo giorno le relazioni quotidiane.

Lo sport è antirazzismo perché ne è elemento intrinseco, fondato dall’esperienza e dalle relazioni; proprio per questa sua naturale tendenza all’integrazione in anni di crisi economica e sociale proliferano progetti e bandi che vedono lo sport come veicolo di solidarietà e multiculturalità, non sufficienti a cambiare rotta rispetto ad una struttura economica e sociale che tende all’emarginazione e allo sfruttamento delle persone.

Le difficoltà materiali di una società in crisi rendono impossibili vie legali per i/le migranti per ottenere i riconoscimenti dei propri diritti e l’acquisizione dei documenti necessari alla permanenza sul territorio italiano ed europeo, e la situazione è aggravata dalla portata del fenomeno migratorio degli ultimi anni, che oltre a portare alla luce le responsabilità imperialiste dell’occidente ha generato politiche securitarie di controllo del territorio e volte all’esclusione sociale.

La legge nel nostro paese filtra massicciamente le identità che migrano in italia, vincolando il permesso di soggiorno al lavoro, ne rende “irregolari” numeri altissimi creando un disagio sociale cavalcato ed alimentato dalle destre xenofobe. Non solo i “migranti”, che vogliono restare in Italia, non sono messi in condizione di ottenere il permesso di soggiorno, ma neanche di trovare un lavoro o un modo di apprendere la lingua e integrarsi in un paese a loro sconosciuto. In questa situazione, le federazioni sportive cercano di attuare la legislazione italiana, con lentezza e poca efficacia, trovandosi molto spesso impossibilitate a rilasciare le autorizzazioni necessarie a permettere la pratica sportiva a ragazzi e ragazze di paesi non comunitari.

Crediamo che lo sport sia un ottimo strumento con la quale affrontare nel quotidiano le derive xenofobe della nostra società, ne abbiamo avuto riscontro con la campagna We Want To Play, ma al tempo stesso non può farsi carico delle diseguaglianze strutturali che dispensano diritti sulla base di fattori economici, per questo parteciperemo al corteo nazionale Fight/Right del 16 dicembre, ore 14 da Piazza della Repubblica a Roma.

Il giorno 15 dicembre a Communia, Via dello Scalo di San lorenzo 33, vorremmo discutere di tutto ciò, portando le nostre esperienze di sport popolare e di accoglienza dal basso, condividendo le pratiche e i vissuti che in questi anni abbiamo portato avanti consapevoli della loro necessità e della loro forza.

 

Programma della giornata

ore 18:30 dibattito su sport popolare, antirazzismo e diritti con:
Stefano Scacchi, autore del libro Materie prime. La tratta dei baby calciatori (Ed. dell’Asino)
Baba DiawBaobab Experience
Atletico San Lorenzo - Roma
Atletico Diritti - Roma
RFC Lions (Ska Football Club - Caserta) - Caserta
Liberi Nantes - Roma
ALL Reds Rugby Roma All Reds Basket Roma - Roma
Polisportiva SanPrecario - Padova

All’interno dell’iniziativa saranno presentati i prodotti della sartoria migrante Karalo' ed i pacchi di Natale Fuorimercato Solidarietà senza frontiere.

Sarà possibile vedere la mostra fotografica dell’Atletico San Lorenzo. Storie di sportivi/e come quelle di Fatima Jawara, portiere della nazionale di calcio femminile del Gambia e dei Red Scorpions FC di Serekunda. Una storia terminata nelle acque del Mediterraneo, mentre Jawara cercava di raggiungere l’Europa, probabilmente le coste italiane, dalla Libia.

ore 20:30: cena africana a sostegno della sartoria migrante Karalò

ore 22:30: Dj Set

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