Si avvicina l'inizio della nuova stagione: con la rubrica "quattro chiacchiere con..." andiamo a conoscere meglio alcuni volti storici dell'Atletico San Lorenzo, a vagliare bilanci della passata stagione e a sondare le prospettive per la prossima. Seconda intervistata è Cecilia Strambini, capitana della squadra di calcio a 5 femminile.
Come hai conosciuto l’Atletico San Lorenzo?
Ho conosciuto l'Atletico da un post su Facebook a settembre 2014, vivevo a San Lorenzo da febbraio ma non sapevo dell'esistenza di questo progetto. Ho chiamato e tutto mi aspettavo tranne che mi rispondesse al telefono una veneta come me (Alessandra) che mi ha invitato con molto entusiasmo a partecipare al primo allenamento. Mi ricordo che nonostante fosse il giorno del mio compleanno ho deciso di partecipare perché la voglia di conoscere le nuove compagne e di tornare a calciare un pallone era tanta. La sorpresa fu nello scoprire che il campo non era disponibile e che l'allenamento si sarebbe svolto nelle vie di San Lorenzo e all'interno dell'Università. In quei giorni si stava compiendo la battaglia che coinvolgeva tutto il quartiere e che ha fatto sì che l'Atletico San Lorenzo ancora oggi possa usufruire delle strutture dei Cavalieri di Colombo.
Quali sono le differenze che hai potuto riscontrare tra le tue precedenti esperienze sportive e l’adesione al progetto dell’Atletico San Lorenzo?
Pratico sport da quando ho 6 anni e lavoro al suo interno da quando ne ho 17. La cosa che mi ha letteralmente conquistata qui è che non avevo mai trovato una realtà in cui i valori del rispetto, della solidarietà, della lealtà, dell'aggregazione, della trasparenza e dell'antirazzismo non sono solo parole ma fatti e azioni concrete messe in pratica ogni giorno da ogni persona che attraversa l'Atletico.
Qual è l’evento, sportivo e non, della polisportiva a cui sei particolarmente legato/a?
In cinque anni ce ne sono stati davvero molti. Ricordo la prima festa in Piazza dell'Immacolata in cui ho sentito davvero di essere entrata a far parte di una famiglia. La presentazione dell'Atletico San Lorenzo femminile al Cinema Palazzo. Nello stesso anno [stagione 2014/2015] la cavalcata del campionato CSI in cui si formò un gruppo di compagne e amiche unico. Ogni 8 dicembre. Ogni trasferta per seguire la squadra di calcio maschile. L'arrivo di mister Patrizia. Il primo Torneo contro il femminicidio ai Cavalieri di colombo in cui ho avuto l'onore di giocare il calcio d'inizio con Tina Costa. La semifinale di Coppa Provincia di Roma in cui i tre gol li abbiamo segnati io e il bomber Bozzetto (mio braccio destro dal primo giorno all'Atletico) e abbiamo potuto esultare davanti a un pubblico davvero speciale. Infine ovviamente la finale vinta contro il Ladispoli con annessa invasione di campo dei tifosi al triplice fischio.
Cosa significa per te “sport popolare”?
Per me sport popolare significa accessibilità, accoglienza, solidarietà, condivisione, partecipazione. Significa lottare ogni giorno contro una cultura sessista e razzista. Significa tornare a vedere lo sport dal vivo tifando negli stadi e nei palazzetti, senza tessere e senza vincoli di alcun tipo. Significa fare sport per il gusto di fare sport perseguendo il successo in maniera leale e sostenibile.
Cosa significa nel 2018 essere capitana di una squadra di calcio a 5 femminile, e che senso ha per te il coro "odiamo il sessismo e l'omofobia, noi siamo le rossoblù!"?
In questo momento storico in cui il calcio femminile sta finalmente sbattendo i pugni e alzando la testa penso sia molto importante contribuire alla lotta per combattere i pregiudizi legati a questo sport. Qualsiasi bambina deve poter scegliere quale sport praticare senza costrizioni o vincoli dettati da stereotipi culturali.
"Odiamo il sessismo e l'omofobia, noi siamo le ROSSOBLÙ" è il coro che ci accompagna ovunque, è il nostro segno distintivo! È il nostro modo di far comprendere e di diffondere "l'attitudine dell'Atletico San Lorenzo" in modo forte e chiaro.
Un bilancio della stagione passata? Cosa è singificato per la squadra essersi aggiudicato il primo trofeo federale della polisportiva?
Già dall'inizio della stagione le sensazioni erano buone. L'anno precedente con l'arrivo di mister Patrizia avevamo lavorato bene e il vecchio gruppo si era consolidato sia nel gioco che nell'affiatamento di spogliatoio. Durante l'anno poi ci sono stati innesti importanti in vari ruoli, dentro e fuori dal campo, che hanno aumentato la qualità del lavoro. L'impegno e la dedizione di ogni attore della squadra ha fatto sì che l'Atletico San Lorenzo si trovasse in una posizione in classifica impensabile fino a qualche tempo prima. Poi da lì la qualificazione alla coppa delle province e, grazie anche all'incredibile supporto dei tifosi sempre presenti, l'escalation fino alla vittoria finale.
Io e la mia squadra siamo molto orgogliose della conquista di questa coppa perché è frutto della voglia di fare e dell'inesauribile entusiasmo messo in campo durante questi anni da tutto l'Atletico San Lorenzo che si unisce alla forza di un gruppo che ci ha sempre creduto e che ha sempre dato il massimo.
Spero che ci saranno tanti altri capitani atletici ad alzare una coppa in cielo, ma il calcio a 5 femminile ha alzato la prima e questo rimarrà per sempre nella storia dell'Atletico San Lorenzo.
Prospettive personali e di squadra per la prossima stagione? Cosa ci attenderà nella nuova avventura in serie C?
Stiamo lavorando per rinforzare la rosa e portare qualità e esperienza a servizio della squadra. Il campionato sarà lungo e molto impegnativo, ma confrontarsi con squadre ben organizzate e di livello sarà motivo di stimolo a migliorarsi continuamente e a cercare di superare i propri limiti. Per me e le mie compagne sarà indubbiamente una bella sfida.
Ma noi, sono certa, che come sempre arriveremo cariche e pronte a dare il meglio contro tutti, perché come abbiamo dimostrato quest'anno "unite famo paura".